Dal Molin terzo nella gara-record di Holloway

24 Febbraio 2021

L’azzurro 7.57 a Madrid nei 60hs, impresa dello statunitense che con 7.29 ritocca di un centesimo il primato mondiale di Colin Jackson del 1994. Scotti si migliora nei 400 indoor con 46.61, Del Buono quarta nei 1500 (4:13.44)

Grant Holloway è di un altro pianeta e Paolo Dal Molin si gode un pomeriggio da ricordare a Madrid. Nella tappa finale del World Indoor Tour Gold, lo statunitense sfila dopo ventisette anni a Colin Jackson il record del mondo dei 60hs, con 7.29, un centesimo meglio del precedente limite mondiale che il britannico aveva stabilito a Sildelfingen nel 1994 (7.30). Un primato che aveva avvicinato a più riprese nelle precedenti uscite stagionali e che aveva i giorni contati. Ma in questo contesto spaziale, Dal Molin si toglie la soddisfazione di un prestigioso terzo posto nel massimo circuito mondiale, nella gara che riscrive la storia della specialità: 7.57 per l’azzurro, a soli due centesimi dal primato stagionale e sei centesimi dal suo record italiano del 2013. Dal Molin indovina la consueta fulminea partenza e sul primo ostacolo è sostanzialmente in linea con il formidabile Holloway, che poi fa valere la propria potenza e se ne va. A superare Dal Molin (che in batteria si era qualificato con 7.71) è anche il britannico campione del mondo Andy Pozzi, al traguardo in 7.51, ma l’ennesima trasferta internazionale conferma il super momento di forma dell’ostacolista delle Fiamme Oro a poco più di una settimana dagli Europei indoor di Torun (4-7 marzo). Al femminile, non riesce invece a superare il turno Elisa Di Lazzaro (Carabinieri). La campionessa italiana dei 60hs che domenica scorsa ad Ancona era scesa a 8.16, si esprime in 8.26 nella capitale spagnola, quarta nella propria batteria dietro all’olandese Zoe Sedney (8.03), alla spagnola Teresa Errandonea (8.06) e alla bielorussa Elvira Herman (8.07). Ultimo tempo di recupero per la finale era l’8.21 dell’altra batteria, dominata dall’olandese Nadine Visser in 7.89 prima del sontuoso 7.81 sfoderato in finale, per eguagliare il mondiale stagionale.

DAL MOLIN: “SENSAZIONALE CORRERE ACCANTO A HOLLOWAY” - “Ero eccitato per il fatto di essere nella corsia di fianco a Holloway - racconta Dal Molin - e quindi ho cercato di dargli filo da torcere il più possibile. È sensazionale. Lì per lì non mi ero accorto del record perché ero concentrato sulla mia prova, ma ora sto realizzando che ho vissuto una gara che non capita tutti i giorni. Prima della finale abbiamo scherzato sul fatto che essendo al suo fianco, con la mia partenza rapida, lo avrei spronato un po’! Per quanto mi riguarda ho affrontato la finale con serenità e ho tirato fuori un bel tempo. Lasciamo stare gli errori tecnici, purtroppo già in batteria ho avuto un po’ di ‘fight’ con gli ostacoli (colpito in pieno il secondo, ndr), probabilmente più del solito. Ora testa agli Europei indoor di Torun e ci si va a divertire dopo otto anni”. Flashback: Göteborg 2013, medaglia d’argento agli Euroindoor con il record italiano di 7.51. 

GLI ALTRI AZZURRI - Nuovo progresso per Edoardo Scotti nei 400 metri indoor. L’azzurro dei Carabinieri ha corso in 46.61, chiudendo al quarto posto, con un miglioramento di diciassette centesimi sul primato personale di 46.78 realizzato ad Ancona il 7 febbraio.

Il quattrocentista ha sfoggiato il classico finale in rimonta, recuperando una posizione ai danni dello spagnolo Lucas Bua che lo precedeva alla corda, e terminando la prova alle spalle del ceco Pavel Maslak (46.12), dello statunitense Tyrell Richard (46.14) e dello spagnolo Oscar Husillos (46.37). Dietro a Scotti, oltre a Bua (46.83), anche il belga Dylan Borlée (47.08). Continuano i passi in avanti di Federica Del Buono: al rientro in una gara indoor all’estero a sei anni dal bronzo europeo di Praga, l’azzurra dei 1500 centra il primato stagionale con una prova coraggiosa, completata al quarto posto con il crono di 4:13.44, quasi tre secondi meglio di quanto fatto sabato pomeriggio ad Ancona in occasione del secondo posto tricolore (4:16.32). La mezzofondista dei Carabinieri che nel 2015 corse la distanza in 4:08.87 resta incollata al gruppo delle migliori per l’intero sviluppo della gara: successo per l’etiope Hirut Meshesha (4:09.42) davanti alla spagnola Marta Perez (4:10.34) e alla tedesca campionessa europea delle siepi Gesa Felicitas Krause (4:12.02). L’altra vicentina Ottavia Cestonaro (Carabinieri) è settima nel triplo con 13,58, misura ottenuta alla quarta prova (nella serie anche un 13,45 e quattro nulli). Più lontana di tutte la statunitense Tori Franklin con 14,22.

2021 RECORD, TSEGAY SECONDA ALLTIME - Pioggia di record nel 2021: sono già caduti quattro primati mondiali al coperto (oltre a quello della Chepkoech nei 5 km su strada, 14:43), sintomo di quanto si faccia sul serio nella stagione olimpica di Tokyo. Se Holloway, nei 60hs, si è aggiunto ai record delle scorse settimane di Zango (triplo, 18,07), Crouser (peso, 22,82) e al femminile Tsegay (1500, 3:53.09), è proprio l’etiope Gudaf Tsegay a scalare le liste alltime fino al secondo posto, stavolta nei 3000 metri, diventando la seconda di sempre con 8:22.65, per cominciare ad avvicinare l’8:16.60 di Genzebe Dibaba del 2014.

BELGRADO: DUPLANTIS 6,10 - Al Serbian Indoor di Belgrado, con lo svedese Armand Duplantis al 6,10 della migliore prestazione mondiale 2021 dell’asta (e due tentativi al record del mondo di 6,19), vittoria nei 60 metri di Massimiliano Ferraro (Atl. Riccardi Milano 1946) in 6.74 dopo il secondo posto della batteria con 6.81. Secondo posto per l’azzurro Hassane Fofana (Fiamme Oro) nei 60hs in 7.86, un centesimo peggio dell’italo-serbo Luca Trgovcevic (7.85). Quarta piazza per lo junior Lorenzo Simonelli (Esercito) con 7.93, quinto Francesco Ferrante (Atl. Firenze Marathon) in 8.03. Nel lungo la beniamina di casa Ivana Spanovic, campionessa mondiale ed europea indoor in carica, con un balzo a 6,71 atterra poco distante dal 6,75 dello scorso weekend. [RISULTATI]

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