Mondiali: Allyson Felix è miss medaglia

13 Agosto 2017

La statunitense (oro con la 4x400) sale a dieci ori e sedici medaglie. Titolo a Trinidad nella gara maschile. Gli altri ori dell'ultima giornata a Barshim (alto), Manangoi (1500), Semenya (800), Perkovic (disco) e Obiri (5000).

di Marco Buccellato

Nell'ultima giornata dei Campionati del Mondo di Londra Allyson Felix trascina gli Stati Uniti all'ottavo titolo mondiale della 4x400 donne conquistando il decimo oro e la sedicesima medaglia della carriera (doppio record) in 3:19.02, precedendo con largo margine Gran Bretagna (3:25.00) e Polonia (3:25.41). Sorpresissima nella 4x400 maschile vinta da Trinidad & Tobago in 2:58.12 su USA (2:58.61) e Gran Bretagna (2:59.00). Mutaz Essa Barshim è campione del mondo di salto in alto con 2,35 sbagliando di poco i 2,40. Argento a Daniyl Lysenko con 2,32, bronzo al siriano Ghazal con 2,29. Sui 1500 uomini Elijah Manangoi raccogiie l'eredità di Asbel Kiprop (nono) e vince l'oro in 3:33.61 con l'altro kenyano Timothy Cheruiyot argento in 3:33.99 e il sorprendente norvegese Filip Ingebrigtsen al bronzo con tuffo sul traguardo in 3:34.53. Caster Semenya vince il terzo titolo mondiale sugli 800 metri con il record nazionale di 1:55.11 sulla burundiana Francine Niyonsaba (1:55.92) e sulla statunitense Ajee' Wilson (1:56.65). Gran serata della discobola croata Sandra Perkovic che vince il secondo oro iridato della carriera con 70,31 e una serie d'altri tempi, precedendo l'australiana Dani Stevens-Samuels (69,64 record dell'Oceania) e la francese Melina Robert-Michon (66,21).  Sui 5000 metri la kenyana Hellen Obiri è autrice di un ultimo giro sontuoso e vince l'oro in 14:34.85 piegando la resistenza dell'etiope Almaz Ayana (14:40.35), bronzo all'olandese Sifan Hassan in 14:42.73. Il medagliere ritrova al primo posto gli USA con ben trenta medaglie (10-11-9), davanti al Kenya (5-2-4) e al Sud Africa (3-1-2), che precede la Francia senza argenti (3-0-2).

Usain Bolt, il miglior atleta del mondo, è stato premiato con una cerimonia a stadio ancora gremito dopo la conclusione delle gare.

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FELIX DECIMO ORO CON LA 4 X400 - Allyson Felix ha allungato il record di titoli mondiali e di medaglie ai campionati del mondo, aggiugendo all'oro della 4x100 di ieri il titolo con la 4x400, in una gara privata del pepe della presenza delle giamaicane, ancora k.o. per stiramento (stavolta la McLaughlin in seconda frazione). Per la Felix è il sedicesimo podio, una collezione che stacca di due lunghezze un'altra gran regina della pista, Merlene Ottey. Il quartetto USA, con Hayes, Felix, Wimbley e Francis (anche lei alla doppietta dopo il successo nella gara individuale) ha anche migliorato il record mondiale stagionale in 3:19.02, centrando l'ottavo titolo iridato nella storia dei campionati. Argento alle bravissime britanniche (Clark, Nielsen, Doyle, Diamond) in 3:25.00. Bronzo alle coriacee polacche grazie a una gran seconda frazione della Baumgart e all'ultima, eroica, della Swiety (con Holub e Gaworska in prima e terza) in 3:25.41.

GRAN FINALE USA? NO! VINCE TRINIDAD & TOBAGO - Straordinaria impresa del quartetto caraibico, al primo titolo mondiale con il record nazionale (e primato del mondo stagionale) di 2:58.12 (con Solomon, Richards, Cedenio e Gordon) che impallina sul traguardo gli Stati Uniti, argento in 2:58.61 con London, Roberts, Cherry e Kerley. Decisiva la terza frazione di Cedenio, che ha ricucito il gap con gli americani, e il rettilineo di Lalonde Gordon, bronzo olimpico dei 400 e ancora con la staffetta proprio a Londra in questo stesso stadio. Al bronzo mondiale, il quarto in 24 ore nelle prove di staffetta, c'è ancora il nome di una sensazionale Gran Bretagna, che firma l'impresa in 2:59.00 con Hudson-Smith, Cowan, Yousif e Rooney. La sorpresa, se c'è, è solo per il sorpasso di Trinidad, perché il podio di due anni fa aveva ospitato le stesse squadre, ma con gli USA sul gradino più alto. Quarto il Belgio dei fratelli Borlée in 3:00.04, quinta la sorprendente Spagna al record nazionale di 3:00.65.

BARSHIM FINALMENTE SULLA VETTA - Mutaz Essa Barshim è riuscito a coronare il sogno iridato e vincere la medaglia finora sfuggitagli, vantando solo l'argento di Mosca. Gara perfetta del qatarino fino alla misura di 2,35, fallita dal russo Daniyl Lysenko, unico rimasto con 2,32 a contendere la vittoria all'asiatico.

I tre salti di Barshim a 2,40, specialmente il secondo, sono andati vicino alla riuscita. Gara strana, con molti errori a 2,29, misura che in qualificazione non ha garantito l'accesso alla finale, ma che stasera è stata sufficiente per un quinto posto. Proprio a 2,29 centra il bronzo un incredulo e felicissimo Majd Eddin Ghazal, siriano di sicuro valore, che regala al suo paese una storica medaglia per un solo errore in meno sul messicano Edgar Rivera. Serata-no di Bohdan Bondarenko, uscito a 2,29 e autore di un solo salto tecnicamente perfetto, il terzo a 2,25. La misura di 2,29 ha dato il bronzo anche nelle due edizioni di Helsinki, 1983 e 2005, e ai Giochi del 2012, sempre a Londra.

PERKOVIC DISCO D'ORO - La migliore interprete della specialità, lo si sa, potente, veloce e ballerina sulla pedana. La leggerezza assieme al dinamismo, perfetta per misure come quelle viste stasera. Sandra Perkovic ha vinto il secondo titolo iridato con 70,31, una misura vista solo due volte ai campionati del mondo, a Roma nel 1987 e Tokyo nel 1991. Bellissima finale, cno la croata subito fuori portata con 69,30 e al secondo turno con un metro in più, 70,31. Che la serata fosse di pura grazia lo si capisce al terzo turno, con un 70,28 fotocopia del lancio precedente. Un altro "quasi" 70 e due nulli concludono la missione della perkovic. Dietro di lei, la miglior Dani Samuels di sempre, ora signora Stevens, iridata otto ani fa a Berlino e stasera capace di onorare l'argento già al collo con un sensazionale ultimo lancio di 69,64, record australiano e dell'Oceania. Bronzo alla sempre più brava Melina Robert-Michon, donna delle finali importanti, che anche stavolta non fallisce e con 66,21 all'ultimo turno mette a referto un meritato bronzo, tra l'altro già suo con il 65,49 del primo lancio. Delusione-Cuba, fuori podio con quarto e quinto posto e molti errori tecnici in pedana.

E' MANANGOI IL RE DEI 1500 METRI - Altra bellissima finale dove al Kenya che si è persentato per la tripletta si è opposta la bravura e la determinazione del campione d'Europa Filip Ingebrigtsen, lanciatosi con lo spagnolo Mechaal all'inseguimento dei kenyani. Asbel Kiprop, troppe volte non all'altezza dei bei tempi quest'anno, cede a 150 metri dal traguardo e a accodarsi al leader Elijah Manangoi e alla sua ombra Timothy Cheruiyot resta Ingebrigtsen, l'unico tra lui e Mechaal a rappresentare un pericolo per i kenyani. Il duo africano resiste, Manangoi vince il titolo mondiale dopo l'argento di Pechino in 3:33.61, Cheruiyot piazza l'argento in cassaforte in 3:33.99 ma Ingebrigtsen prende un magnifico bronzo in 3:34.53 tuffandosi sul traguardo per resistere al disperato tentativo dello spagnolo Mechaal di beffarlo in extremis (3:34.71). Il Kenya diventa la miglior nazione di sempre ai mondiali con quattro ori (come il Marocco) e con ben sei argenti. Per la Norvegia, manco a dirlo, è un meritatissimo esordio sul podio.

SEMENYA TRI-CAMPIONESSA DEGLI 800 METRI - Niente da fare contro Caster Semenya: la sudafricana centra il terzo titolo mondiale della carriera al termine di una gara velocissima (57.98 a metà gara) grazie al decisivo allungo a settanta metri dall'arrivo. Il crono della Semenya è favoloso, un 1:55.16 che le vale il primato personale, la miglior prestazione mondiale dell'anno e il secondo crono all-time ai campionati mondiali, non ché l'ottava posizione nelle graduatorie di sempre sulla distanza. Gara fatta principalmente dalla burundiana Niyonsaba e dalla statunitense Wilson, come da previsioni, cui si accoda la kenyana Wambui che però, di fronte alla risalita della Semenya ai 600 metri, esce di scena. Il resto è storia vista, passo e frequenze impossibili per le avversarie e la medaglia d'oro che era quasi impossibile potesse sfuggirle. Francine Niyonsaba vince lo sprint per l'argento in 1:55.92, la pur bravissima Ajee' Wilson si arrende all'evidenza e prende il bronzo in 1:56.65. La Wambui è quarta in 1:57.54, la canadese Bishop quinta in 1:57.68. in Gara tra le più veloci della storia, con tutte le otto finaliste sotto l'1:59. La Semenya raggiunge Maria Mutola al vertice iridato con tre ori e porta il Sud Africa al pareggio storico con Mozambico e Cuba. Il Burundi fa l'ingresso nel medagliere.

OBIRI ORO, RESA AYANA - Un film che ha avuto soltanto due attrici, partito lento lento cui Almaz Ayana ha dato la scossa dopo 4' portando nella sua ombra l'altra favorita Hellen Obiri. Il ritmo dal primo al secondo chilometro scende di ben 30 secondi e in breve le due scavano un abisso lungo quasi un rettilineo. Ayana e Obiri si fanno ombra per tutta la gara, fino allo scarto improvviso della kenyana poco dopo la campana del giro conclusivo, cui la Ayana non è capace di opporre alcuna reazione o cambio di velocità. La Obiri trova lo scettro mondiale in 14:34.86 a un anno dall'argento olimpico a Rio, e riporta il Kenya all'oro dopo sei anni. Per la Ayana (14:40.35), l'argento è il completamento di un arco di medaglie che vanno dal primo al terzo posto, conquistati nelle ultime due edizioni dei campionati. L'olandese Sifan Hassan, rimasta tutta la gara a guidare il gruppo della mezza dozzina di inseguitrici, si decide con un po' di ritardo a lanciare la corsa alla medaglia e deve accontentarsi del bronzo in 14:42.73, un risultato colto con molta felicità dopo la beffa patìta sui 1500 metri. Laura Muir è solo sesta, e resta a mani asciutte anche sui 5000. Nessuna delle tre statunitensi va a punti. Qui il territorio è soltanto nero.

 

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