L'atletica secondo Stefano Tilli e Giovanni De Benedictis
26 Ottobre 2025Quasi tre ore, volate senza alcuna pausa, tra racconti, punti di vista tecnici e analisi socio-culturale dell’atletica di una volta e quella attuale, al convegno “Tra pista e strada. Storie, tecnica e futuro nell’atletica leggera italiana”, svoltosi sabato 25 ottobre a Ortona (CH), presso il palasport di via Papa Giovanni XXIII. E poi, domande a raffica a Stefano Tilli e Giovanni De Benedictis, campioni dell’atletica italiana degli anni Ottanta e Novanta, nove olimpiadi in due e numerose medaglie internazionali nella loro bacheca, che sono stati i protagonisti del convegno. Hanno raccontato di come si sono avvicinati all’atletica, le motivazioni che li hanno spinti a farne uno stile di vita e di come sia diverso allenare i ragazzi di oggi e quelli di quando hanno iniziato loro a calcare le piste di atletica. Ha moderato Mario De Benedictis, collaboratore nazionale del settore marcia. Oltre alla autorità locali, ha fatto gli onori di casa il presidente del Comitato Regionale Massimo Pompei. Entrambi, Tilli e Giovanni De Benedictis, hanno espresso idee coincidenti su un aspetto della metodologia dell’allenamento dei loro tempi, il volume di ogni seduta, considerato eccessivo alla luce dell’esperienze agonistiche personali e di quelle maturate come tecnici di atleti di alto livello. Al contempo, però, hanno sottolineato come oggi ci si stia sbilanciando verso un eccessivo aumento dell’intensità degli allenamenti a discapito di volumi adeguati. Tilli, in particolare, ha evidenziato le numerose ripetute delle loro sedute a Formia sotto la rigida guida del prof. Carlo Vittori, che imperniava gli allenamenti di corsa sugli standard di Pietro Mennea, ritenuti difficilmente sostenibili dagli altri. Ma ne ha anche rimarcato la validità dei concetti e della scuola di pensiero che ne è derivata, a quei tempi avveniristica e, oggi, ancora attuale, nonostante la comparsa di strumenti tecnologici di valutazione della forza non sempre rivelatisi utili allo sviluppo della giusta programmazione degli atleti di oggi, italiani e stranieri. Giovanni De Benedictis ha evidenziato l’involuzione della tecnica di marcia che, a suo avviso, dovrebbe essere regolamentata in gara da giudici con esperienza agonistica nella marcia, non da chip elettronici per il rilevamento del contatto a terra, o meno, dei piedi. Tilli e De Benedictis, nel raccontare i momenti difficili della loro carriera legati agli infortuni, hanno rimarcato il ruolo positivo dell’attuale federazione nell’assistenza agli atleti, soprattutto in ambito sanitario, difficilmente riscontrabile in altre delle maggiori federazioni mondiali di atletica. Sul tema impiantistica, Tilli ha evidenziato la mancanza di una moderna pista in una città come Milano. Ha salutato con affetto, per i suoi trascorsi agonistici al meeting internazionale Trofeo Marianella, la ristrutturazione dello Stadio Dei Pini di Avezzano, che ha già avuto il piacere di visitare in sede di inaugurazione.
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