FURLANI CAMPIONE DEL MONDO!
17 Settembre 2025Storica impresa di Mattia Furlani ai Mondiali di Tokyo. L’azzurro trionfa nel salto in lungo, è medaglia d’oro con il record personale di 8,39 (+0.2), campione del mondo all’aperto dopo aver già vinto in questa stagione a Nanchino il titolo iridato indoor. A vent’anni diventa il più giovane oro di sempre nel lungo maschile, meglio di Carl Lewis che conquistò il successo a Helsinki nel 1983 a 22 anni. Una gara emozionante, risolta al quinto salto con il capolavoro del reatino che riesce a risalire dal quarto posto in classifica superando il giamaicano Tajay Gayle argento con 8,34 (-0.1), il cinese Shi Yuhao bronzo con 8,33 (0.0) e lo svizzero Simon Ehammer, quarto a 8,30 (-0.2). Il portacolori delle Fiamme Oro, che a metà gara era settimo in classifica con la misura di 8,13 (-0.1) ottenuta al secondo tentativo prima di incrementare con 8,22 (+0.4) al quarto, aggiunge un centimetro al suo primato dell’anno scorso, 8,38 per l’argento agli Europei di Roma. Straordinario il curriculum dell’atleta classe 2005, allenato dalla mamma Khaty Seck, alla sesta medaglia internazionale in due stagioni: bronzo olimpico a Parigi, argento mondiale indoor e argento europeo nel 2024, quest’anno anche oro mondiale indoor e argento europeo indoor. È anche il più giovane oro iridato azzurro della storia, un anno in meno di Michele Didoni, campione del mondo a Goteborg nel 1995 sui 20 km di marcia, e il più giovane italiano a vincere medaglie nelle cinque grandi manifestazioni (Olimpiadi, Mondiali outdoor e indoor, Europei outdoor e indoor), exploit riuscito anche a Gianmarco Tamberi nell’alto e Fiona May nel lungo, oltre che il primo oro nel lungo maschile dopo l’argento di Andrew Howe a Osaka nel 2007. Quinta medaglia per l’Italia in questa edizione: un oro, due argenti e due bronzi.
PARLA FURLANI - “È una notte da sogno, qualcosa di magico - esulta Mattia Furlani - e abbiamo gestito la gara in modo perfetto, ci abbiamo creduto fino all’ultimo, aggiustando la rincorsa fino a trovare il salto che mi ha dato l’oro. La serata non era iniziata al top ma siamo rimasti lucidi, con calma e pazienza, senza creare disordine che in contesti del genere non porta a nulla. Mia mamma ha fatto un lavoro incredibile, in un anno per me di crescita, con l’obiettivo di cercare la stabilità che con il tempo stiamo trovando: il mio abbraccio con lei è un momento che rimarrà per sempre impresso nella mia mente. Spero che sia solo l’inizio, ma ho ancora un sacco di gare davanti a me perché amo quello che faccio, per me è bellissimo aver reso questo la mia vita prima ancora delle medaglie e raggiungere adesso certi risultati è fantastico. Tra qualche giorno andrò in vacanza ma con la testa rimarrò per sempre in questo stadio, il mio cuore è qui. Superare come più giovane oro mondiale del lungo Carl Lewis, avvicinarsi a campioni che mi hanno ispirato per me è fantascienza e mi auguro che tanti ragazzi si possano appassionare allo sport che è la cosa più bella del mondo. Per il futuro c’è solo da rimanere sani e lavorare passo dopo passo”.
LA GARA - La finale di Mattia Furlani comincia con un nullo mentre fa subito sul serio il giamaicano Tajay Gayle, già oro mondiale nel 2019, che balza a 8,33 (+0.5). Al secondo salto il greco campione in carica Miltiadis Tentoglou si ferma nella rincorsa dopo aver iniziato con un poco brillante 7,83 (+0.3) e la sua gara sembra compromessa, poi tocca alla risposta di Furlani: 8,13 (-0.1) per il secondo posto prima di essere sorpassato dal bulgaro oro europeo indoor Bozhidar Saraboyukov con 8,19 (-0.2) e dal cinese Shi Yuhao, leader provvisorio con 8,33 (0.0), che fa scivolare Mattia al quarto posto. Anche lo svizzero Simon Ehammer lo supera con 8,30 (-0.2), così come l’altro cinese Zhang Mingkun (8,18/-0.2) e lo svedese Thobias Montler (8,13/-0.1): l’azzurro settimo, eliminato Tentoglou. È fondamentale il quarto tentativo a 8,22 (+0.4) di Furlani con un’ottima pedana (appena 1,6 cm prima dell’asse di battuta) per non temere il ‘taglio’ dei primi sei dopo la penultima prova, al quarto posto, mentre Gayle incrementa di un centimetro con 8,34 (-0.1). Si va al quinto salto: Furlani vola a 8,39 (+0.2) e si porta in testa, Shi passa, nullo per Gayle che si tocca la coscia destra. Nessuno degli avversari si migliora all’ultimo round: Furlani medaglia d’oro, si stacca il pettorale per mostrarlo al mondo, è festa azzurra.
Si qualificano per la finale del triplo il bronzo olimpico Andy Diaz, campione mondiale ed europeo indoor quest’anno, che salta 16,94 (+0.6) al secondo ingresso in pedana, e anche il bronzo europeo indoor Andrea Dallavalle con un convincente 17,08 (+0.6) al primo tentativo nella gara di esordio stagionale all’aperto. Nei 1500 metri settimo Federico Riva (3:35.33), nell’asta undicesima Roberta Bruni con 4,45. Out in semifinale nei 400 ostacoli Ayomide Folorunso (54.37), non lontana dal primato stagionale, Alice Muraro con il secondo tempo in carriera (54.50) e Rebecca Sartori (55.34). Nelle batterie dei 200 metri eliminati Fausto Desalu, primo degli esclusi per cinque millesimi in 20.43 (+0.1), e Filippo Tortu con 20.49 (0.0), al femminile Dalia Kaddari (23.11/+0.1) e Vittoria Fontana (23.31/0.0).
Avanti i due azzurri del triplo, senza particolari problemi e con l’impressione di potersela giocare in finale. Basta un salto ad Andrea Dallavalle che stampa sulla sabbia la misura di 17,08 (+0.6), appena due centimetri in meno del 17,10 richiesto per la qualificazione diretta. La notizia è che dimostra di essere pienamente competitivo, al debutto nella stagione all’aperto per un’infiammazione al tendine del ginocchio sinistro dopo il bronzo agli Europei indoor, e decide a ragion veduta di rinunciare agli altri tentativi: in classifica si piazza al quarto posto. “Mi sono presentato qui con buone sensazioni - racconta Dallavalle - e l’obiettivo di fare meno salti possibile è stato raggiunto. In finale servirà qualcosa in più, ma non ho niente da perdere. Quest’anno malgrado l’infortunio ho mantenuto la calma, sapevo che la gara più importante era a fine anno e ho recuperato bene”.
Un segnale positivo arriva anche da Andy Diaz che però non riesce a chiude subito la pratica: nullo il primo salto con il piede ben oltre l’asse di battuta ma vola lontano, ampiamente sopra i diciassette metri. Il tre volte campione della Diamond League, vincitore nella recente finale di Zurigo nonostante la sindrome retto-adduttoria che lo ha condizionato quest’anno, salta in totale sicurezza al secondo perché regala ben 28,9 centimetri allo stacco e atterra a 16,94 (+0.6), poi preferisce fermarsi ed è settimo nel riepilogo complessivo: “La qualificazione è la cosa più difficile, però siamo tranquilli e ci vediamo in finale, sarà tutto diverso. Al primo salto non volevo sbagliare e ho sbagliato, mi sono anche fermato ma ho rimbalzato abbastanza bene, poi il secondo è stato sufficiente”. Eliminato tra gli altri lo spagnolo campione olimpico Jordan Diaz che dà forfeit dopo un nullo.
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